Covid-19, l’evidenziatore

don Luciano Tiso

Attonita e silenziosa, l’intera umanità si è trovata nell’occhio di una tormenta inaspettata, denominata con un codice indecifrabile e le cui conseguenze non sono risultate chiare immediatamente. Un nemico sconosciuto ed invisibile, capace di portare il mondo a modificare radicalmente modus vivendi. Curiosi fenomeni apotropaici, “hashtag” e “meme” sono intervenuti a stemperare gli animi dalla paura e dal turbamento. Sono, però, risultati essere “anestetici” a breve durata. L’utopistico positivismo dello “andrà tutto bene” ha, così, ben presto lasciato spazio a visioni drammatiche. “Il mondo non sarà più lo stesso dopo il covid-19” è un motto che riecheggia dalla bocca di numerosi pseudo-esperti.

Ne siamo così sicuri? La cosiddetta Fase-2 manifesta la medesima – drammatica – realtà del pre-virus. Più che parlare di “mutamento”, sarebbe da definire una “evidenziazione”. L’evidenziatore ha il compito di rendere più visibile una parte di testo, certamente non di trasformarla. Siamo di fronte all’amplificazione di atteggiamenti già presenti e radicati. Carenza di relazioni autentiche, rifugio nel virtuale, ostilità reciproca, mancanza di contatto, indifferenza al Sacro, maniacale cura del corpo e dell’igiene, non sono aspetti già diffusi? Si immaginavano chiese gremite, più umanità, più voglia di vivere. Nulla di tutto ciò: un deterioramento ulteriore.

Il noto saggista francese Michel Houllebecq scrive: “Questa epidemia è riuscita nell’impresa di essere sia spaventosa che noiosa, siamo di fronte a un virus senza qualità. Il risultato principale del coronavirus è che accelererà alcune mutazioni già in corso”.

Dove trovare, allora, i veri “anticorpi”? L’uomo ha bisogno del Senso. Il cuore umano non vive di sicurezza medica: non è vero che “quando c’è la salute, c’è tutto”. Cerchiamo il vero Tutto: Gesù di Nazareth. Come ci ricorda il Concilio Ecumenico Vaticano II: “Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo” (GS 22).  Recuperare l’umano è quanto di più urgente ci sia; ritrovare Cristo è l’unica strada per illuminare, non solo il dramma della pandemia, ma anche il senso di tutto.

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